

Un luogo di arrivi e partenze
Giorgio Padovan
Fin dalla sua nascita, il cantiere di Monfalcone si afferma come un importante crocevia di opportunità, un luogo capace di offrire lavoro e prospettive a persone provenienti da territori vicini e lontani. La sua presenza segna profondamente la storia sociale ed economica della città, diventando un punto di riferimento per migliaia di migranti italiani e stranieri nel corso dei decenni.
Il Villaggio Operaio di Panzano nasce proprio con questo scopo: accogliere la grande quantità di lavoratori attratti dalle possibilità offerte dal cantiere. Edificato tra il 1908 e il 1927 su commissione dei fratelli Cosulich, il Villaggio fu progettato dall’ingegnere Dante Fornasir per rispondere alle esigenze abitative e sociali dei dipendenti del Cantiere Navale di Monfalcone. Al suo interno convivono diverse tipologie architettoniche di abitazioni, destinate a operai, impiegati e dirigenti, secondo un’impostazione urbanistica innovativa per l’epoca.
Panzano rappresenta un unicum nel panorama dell’architettura industriale italiana: a differenza di altre company town costruite nel Novecento, è l’unico Villaggio Operaio ancora vivo sorto accanto a una fabbrica che ha mantenuto senza interruzioni la propria produzione originaria dal 1908 fino ai giorni nostri. Fin da subito, il rione dimostra di non essere una semplice appendice urbana, ma una parte essenziale della storia cittadina. È qui che Monfalcone compie la sua trasformazione da “borgo agricolo” a “periferia industriale”, grazie anche all’impulso decisivo dato dal Cantiere Navale Triestino (CNT), fondato dalla famiglia Cosulich.
L’economia dei Cosulich, improntata alla costruzione navale e al trasporto marittimo, si sviluppa in parallelo ai grandi fenomeni migratori di massa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. I celebri transatlantici dell’epoca sono ricordati per i loro lussuosi saloni di prima classe, ma in realtà il vero motore economico delle compagnie armatoriali risiedeva nella terza classe, destinata ai migranti diretti verso le Americhe in cerca di una vita migliore.
In questo contesto, il cantiere di Monfalcone assume un ruolo centrale nella storia delle migrazioni, riflettendo i cambiamenti sociali e culturali che hanno plasmato il territorio. Ancora oggi, questa vocazione non si è spenta: lo stabilimento Fincantieri continua a rappresentare un polo di attrazione per lavoratori provenienti da tutto il mondo, confermando la continuità di una tradizione che unisce competenza, industria e migrazione.
Il percorso di visita parte dall’ex Albergo Impiegati, oggi sede della Porta di Panzano – cellula museale dell’Ecomuseo TERRITORI – situata in via Callisto Cosulich 20. Da qui si snoda lungo via Giovanni Bonavia, dove è possibile ammirare le eleganti ville un tempo abitate da dirigenti e impiegati con le loro famiglie. Tornando su via Callisto Cosulich si incontra lo stadio Callisto Cosulich, ultimo progetto dell’ingegnere Dante Fornasir, testimonianza dell’attenzione urbanistica e sociale che caratterizzò la nascita del villaggio.
Proseguendo lungo la stessa via si entra nella zona operaia, riconoscibile per le tipiche villette a schiera, dette “ad H”, costruite per ospitare le famiglie dei lavoratori del cantiere. Al termine della via sorge il monumento ai martiri partigiani della Seconda guerra mondiale, situato di fronte all’ingresso storico del cantiere.
Alla destra del monumento si apre via del Mercato, in fondo alla quale si trova il nuovo ingresso dello stabilimento. Sulla sinistra, invece, si erge l’ex Albergo Operai – un tempo riservato ai lavoratori celibi – oggi sede del Museo della Cantieristica (MuCa), spazio espositivo e culturale che custodisce e racconta la memoria viva di questa straordinaria comunità industriale.
Nel corso della Via, senza dislivello e adatta a tutti (comprese carrozzine e passeggini per la quasi totalità del percorso), si cammina lungo strade sterrate e asfaltate, fino ad un affaccio naturale sul Golfo di Trieste, per un totale , tra andata e ritorno, di circa 4 km.
L’avvio è dalla piazza del Municipio di Aurisina, dove incontriamo la prima tabella, che introduce al complesso progetto che integra diversi livelli di progettazione culturale, comunale e regionale; proseguendo incontriamo la Cava Romana, di nome e di fatto, visto che alcuni reperti storici aquileiesi dimostrano l’utilizzo di questa pietra nell’architettura romana del II secolo a.C.; alla terza tappa (sempre corredata da tabella informativa in quattro lingue) possiamo osservare dall’alto il bacino dismesso Ivere 3, recentemente convertito in contenitore didattico e culturale, sede negli ultimi anni di numerose performance artistiche, musicali e teatrali (occhio al calendario, c’è sempre qualche evento nell’aria!)
Alla quarta e quinta tappa costeggiamo (in sicurezza) il perimetro del grande bacino Ivere 2, tuttora attivo e censito come geosito del Geoparco Regionale del Carso- Kras istituito nel 2025 dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Alla sesta tappa, possiamo lasciar vagare lo sguardo nell’ampiezza del maestoso bacino Ivere 1, adiacente la storica Ferrovia Meridionale, quasi un promemoria di come il successo di questa pietra nel mondo sia legato a doppio filo allo sviluppo di questo territorio in epoca asburgica.
Da questo belvedere, siamo distanti poche centinaia di metri dalla linea di costa e dall’ultima tappa che ci porterà ad uno splendido affaccio sul golfo di Trieste, grazie alla vedetta dedicata all’alpinista triestina Tiziana Weiss.
Qui il panorama si apre e permette di osservare l’orizzonte compreso tra la foce del fiume Isonzo e la costa slovena, la geomorfologia dell’altipiano carsico, ma anche alcuni dettagli lungo la costa sotto di noi, dove ancora resistono alcuni vecchi manufatti legati alle cave.
- MuCa Museo della Cantieristica
- Albergo Operai Celibi
- Torre acquedotto
- Monumento Resistenza
- Via Pisani e centro visite
- Monumento vittime dell’amianto
- Case operai
- Campo sportivo
- Santuario B.V. Marcelliana
- Ville impiegati
- L’Albergo Impiegati
- La Porta di Panzano
Lunghezza: circa 1.5 km Difficoltà: bassa
Periodo consigliato: tutto l’anno Abbigliamento: Comodo
