La Via della pietra – Sara Famiani

La Via della pietra

Sara Famiani

Il mio personale percorso con la pietra del Carso è iniziato nel 2021 e da allora, è ricominciato centinaia di volte, tante quante le passeggiate tematiche che abbiamo progettato, declinato, organizzato e calendarizzato da allora. 

Ogni itinerario mi porta più in profondità, proprio come in un’antica cava, capace di sfornare sempre nuove meraviglie: le informazioni, i documenti e soprattutto gli incontri che questa Via della Pietra ha innescato, sono il vero risultato, sempre in progress, di questo progetto di promozione del territorio. 

Ogni passeggiata è un racconto che si rinnova e si amplia di qualche piccolo dettaglio, scoperto nelle ricerche o narrato da qualche partecipante alle uscite: storie di famiglia, di emigrazione e di ritorni, aneddoti o cimeli conservati con cura, condivisi con entusiasmo o commozione.

La via n 1 attraversa il distretto estrattivo di Aurisina e inaugura i percorsi del Museo diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina KAMEN (pietra in sloveno), un acronimo per Kras/Carso, Arte, Museo, Etnografia, Natura che identifica un’iniziativa locale corale promossa dal Comune di Duino Aurisina: percorrere questa via è il modo più grandioso e diretto per osservare dall’alto le impressionanti cavità aperte nei secoli dall’escavazione del “Karst marmor”, il “marmo del Carso”, la pietra calcarea protagonista di questa avventura culturale.

Nel corso della Via, senza dislivello e adatta a tutti (comprese carrozzine e passeggini per la quasi totalità del percorso), si cammina lungo strade sterrate e asfaltate, fino ad un affaccio naturale sul Golfo di Trieste, per un totale , tra andata e ritorno, di circa 4 km.  

L’avvio è dalla piazza del Municipio di Aurisina, dove incontriamo la prima tabella, che introduce al complesso progetto che integra diversi livelli di progettazione culturale, comunale e regionale; proseguendo incontriamo la Cava Romana, di nome e di fatto, visto che alcuni reperti storici aquileiesi dimostrano l’utilizzo di questa pietra nell’architettura romana del II secolo a.C.; alla terza tappa (sempre corredata da tabella informativa in quattro lingue) possiamo osservare dall’alto il bacino dismesso Ivere 3, recentemente convertito in contenitore didattico e culturale, sede negli ultimi anni di numerose performance artistiche, musicali e teatrali (occhio al calendario, c’è sempre qualche evento nell’aria!) 

Alla quarta e quinta tappa costeggiamo (in sicurezza) il perimetro del grande bacino Ivere 2, tuttora attivo e censito come geosito del Geoparco Regionale del Carso- Kras istituito nel 2025 dalla Regione Friuli Venezia Giulia. 

Alla sesta tappa, possiamo lasciar vagare lo sguardo nell’ampiezza del maestoso bacino Ivere 1, adiacente la storica Ferrovia Meridionale, quasi un promemoria di come il successo di questa pietra nel mondo sia legato a doppio filo allo sviluppo di questo territorio in epoca asburgica. 

Da questo belvedere, siamo distanti poche centinaia di metri dalla linea di costa e dall’ultima tappa che ci porterà ad uno splendido affaccio sul golfo di Trieste, grazie alla vedetta dedicata all’alpinista triestina Tiziana Weiss.

Qui il panorama si apre e permette di osservare l’orizzonte compreso tra la foce del fiume Isonzo e la costa slovena, la geomorfologia dell’altipiano carsico, ma anche alcuni dettagli lungo la costa sotto di noi, dove ancora resistono alcuni vecchi manufatti legati alle cave. 

  1. Piazza del Municipio di Aurisina
  2. Cava Romana
  3. Bacino dismesso Ivere
  4. Grande bacino Ivere 2 / Geosito del Geoparco Regionale del Carso – Kras
  5. Grande bacino Ivere 2 / Geosito del Geoparco Regionale del Carso – Kras
  6. Bacino Ivere 1
  7. Vedetta Tiziana Weiss