PIER PAOLO PASOLINI E IL MITO CONTADINO

  • 18:00
  • 1 Ottobre 2022
  • Teatro Arrigoni, Piazza del Popolo, San Vito al Tagliamento, PN, Italia
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Nell’ambito del progetto di divulgazione letteraria “Parole per un nuovo Umanesimo”, la Storica Società Operaia di Pordenone, propone una mappa sentimentale sui luoghi friulani di Pier Paolo Pasolini che vengono accostati ai versi in lingua friulana.
“Pier Paolo Pasolini e il mito contadino” è uno spettacolo ideato da Enzo Santese che ne ha curato anche i testi e la regia con la voce di Gianni Maran, le musiche inedite di Ennio Zampa e le immagini di Maurizio Caldana.

In questa mappa sentimentale abbiamo ricostruito alcuni dei luoghi fondamentali per capire come la personalità di Pasolini si sia formata e sviluppata negli anni di permanenza a Casarsa. Ciò comprende anche rileggere le prime scritture poetiche in dialetto friulano, le poesie con la traduzione in italiano a fronte, che lui stesso pubblicò a proprie spese a Bologna, poi confluite ne La meglio gioventù.
Casarsa rimane il centro focale, il luogo dove Pasolini ha tornito, alimentato e anche ingigantito il suo sguardo nei confronti del mondo contadino, che poi è confluito nell’attenzione al mondo del sottoproletariato dopo il trasferimento a Roma, per evolversi in seguito nel cinema.
Si parte dalle immagini della facciata esterna di casa Colussi a Casarsa (ora sede del Centro studi dedicato al poeta e intellettuale) sul cui muro c’è la riproduzione del componimento “O me donzel” e si continua con alcune delle sue poesie in friulano di Casarsa, lingua che risente di risonanze venete, confortate da immagini di Casarsa che ripercorrono idealmente un itinerario: San Giovanni e la loggia dove l’allora giovane Pasolini affiggeva manifestini con le risultanze delle discussioni della sezione di Casarsa del Partito Comunista, in cui era tesserato. La mappa prosegue fino all’incrocio che conduce a Versuta, la borgata dove era sfollato poiché Casarsa era a rischio bombardamenti. Si termina con la supplica alla madre e le immagini finali sulla lapide nuda di Pasolini a Casarsa, all’ombra di un albero di alloro che diventa una metafora, come se il segmento esistenziale di questo poeta, confinato sotto la lapide, avesse un prolungamento ideale verso l’infinito attraverso la chioma folta dell’alloro.

Con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Pordenone
Con il patrocinio del Comune di San Vito al Tagliamento – Assessorato alla Vitalità
Con il sostegno della Ditta Costam di San Quirino, Itas Assicurazioni
Con la collaborazione dell’Associazione Somsi di San Vito al Tagliamento