Dalle Alpi al mare, lungo il confine – Gianluca Deiuri

Dalle Alpi al mare, lungo il confine

Gianluca Deiuri

Sempre più spesso l’ex confine della Guerra Fredda diventa oggetto di studi e iniziative che ne riscoprono il significato. Il mio viaggio non è un semplice spostamento da A a B, ma un percorso di memoria lungo la linea che separava due mondi.

La partenza è dal valico di Fusine/Ratece, il più a nord della Regione: scendo verso il Lago del Predil e oltrepasso il confine entrando in Slovenia. Raggiunto Bovec costeggio l’Isonzo fino alla confluenza con l’Uccea e risalgo in Italia attraverso Passo Tanamea e l’alta valle del Torre. Mi fermo a Pian dei Ciclamini per seguire il “Percorso Naturalistico e Culturale in Val di Musi” (CAI 719): 6,5 km tra polveriere, caserme e bunker che testimoniano la militarizzazione di questo territorio.

Proseguendo lungo il Torre, si passa da Lusevera e Taipana e si scende nell’alta valle del Natisone. A metà del ponte Vittorio Emanuele è ancora visibile la targa di confine. Rientro in Slovenia e dopo Kobarid  salgo il Kolovrat, dove si trovano resti di caserme dei granicjari, le guardie di confine jugoslave, e rientro in Italia dal passo Solarie. Scendendo verso Stregna, seguo lo Judrio fino al Ponte Clinaz, suggestivo valico ormai inghiottito dalla vegetazione.

Ritornando a valle e passando per Prepotto, a Scriò lascio la strada per sentiero che porta a una garritta di frontiera che mostra l’isolamento dei valichi agricoli. Il percorso prosegue verso Vencò con rientro in Slovenia sul Collio, per poi tornare in Italia a Valerisce, tra i vigneti che caratterizzano il paesaggio.

Giù attraverso San Floriano si arriva a Gorizia dal ponte sull’Isonzo di Piuma, sulla via per ripassare in Slovenia a Nova Gorica e rientrare in Italia dal valico internazionale della Casa Rossa. Dopo pochi metri ritorno in Slovenia da Sempeter e raggiungo Vertojba, dove resiste una delle vedette jugoslave che controllavano la frontiera.

Risalgo il ciglione carsico, passando da Opatje Selo e ridiscendo in Italia a Devetaki, per percorrere la strada del Vallone, segnata da tracce della Grande Guerra, della Resistenza e della Guerra Fredda. A Jamiano si passa il valico e si viaggia in Slovenia fino ad arrivare a Fernetti. Una deviazione porta all’ex valico agricolo di Orlek, con segni del passaggio dei nuovi migranti. A Grozzana lascio l’auto e mi inerpico a piedi fino al valico sul Monte Cocusso, tra sentieri e boscaglia.

Passo il confine scendendo a Pese, per poi raggiungere Gabrovica e la valle dell’Ospo, fino al valico. Il rientro in Italia raggiunge il ponte di Prebenico, una semplice strada bianca che mostra la varietà di passaggi tra i due stati, da quelli ufficiali a quelli percorribili solo a piedi e con difficoltà.

Concludo il percorso salendo a San Servolo/Soceb: accanto alla chiesetta nella grotta, una garritta abbandonata offre una vista mozzafiato che abbraccia Trieste, il suo Golfo e oltre. È la fine naturale di un viaggio che racconta un confine che (forse) non esiste più.

Valico di Fusine/Ratece

2. Lago del Predil

3. Bovec

4. Passo Tanamea

5. Lusevera e Taipana

6. Kobarid

7. Prepotto

8. Vencò

9. San Floriano

10. Gorizia  / Nova Gorica

11. Vertojba

12. Opatje Selo

13. Jamiano

14. Opicina

15. Fernetti

16. Monte Cocusso

17. San Servolo / Socerb

Percorso breve a piedi:

si utilizza il Percorso Naturalistico e Culturale in Val di Musi, un itinerario ad anello con inizio a Pian dei Ciclamini fino a raggiungere Passo di Tanamea, seguendo all’andata le indicazioni del sentiero CAI n. 719, dove si incontrano prima i resti della polveriera e poi la caserma restaurata, e si prosegue sulla strada Regionale 646 fino al Rio Bianco, dove sulla destra, appena sopra la strada, si trovano le opere degli Alpini d’Arresto, bunker fortificati e mimetizzati nell’ambiente circostante.

La lunghezza complessiva del percorso è di circa km 6,5 – tutti di facile percorrenza – rivolto a tutti, adulti e ragazzi, ospiti e residenti nei Comuni e nei centri abitati vicini.

Su questo sentiero sono sviluppati i temi naturalistici e culturali che si incontrano nel territorio del valico di Tanamea e dell’alta valle del torrente Mea, e sono messi in evidenza i caratteri peculiari che caratterizzano questi luoghi.

Percorso Naturalistico e Culturale in Val di Musi

https://www.parcoprealpigiulie.it/it/principale/attivita/sentieri-e-percorsi/percorso-fuori

in questo caso viene allungato fino al RIO Bianco perché lì si trovano i bunker